Ci stiamo avvicinando a Natale, ma oltre ai panettoni ed ai vari dolciumi, stamattina al Bar Melody, mi aspettavano altre specialità per festeggiare Santa Lucia: la cuccìa e le arancine.

Al bar Melody, la cuccìa dolce, nella versione tradizionale con frutta candita.

DA DOVE VIENE LA TRADIZIONE DI QUESTE PIETANZE?

I miracoli attribuiti a Santa Lucia, che è patrona di Siracusa e protettrice degli occhi, sono innumerevoli.

In un racconto popolare, nel giorno della sua festa, durante una carestia avvenuta a Palermo nel 1646 ci fu una grazia da parte della Santa. Dopo tante preghiere, finalmente una nave carica di grano giunse al porto della città.

Un’altra versione tradizionale narra invece che nel 1763, durante la dominazione spagnola, Siracusa fosse in carestia e che il miracolo della nave fosse avvenuto lì.

In entrambi i racconti, il popolo affamato non macinò il grano, ma lo consumò direttamente bollito, trasformandolo in cuccìa.

La paternità di questa pietanza è contesa, ed oltre alla dolce versione con la ricotta, esiste una variante salata, quella nissena, probabilmente rimasta legata alle origini.

Le arancine invece, vengono dall’alimento preminente all’epoca delle carestie: il riso, che sostituiva il grano. Ovviamente, oggi non si tratta più di una motivazione funzionale, ma esclusivamente tradizionale: l’arancina infatti è diventata un alimento ricchissimo e gourmet, coniugato in infinite varianti tradizionali o innovative.

versioni della cuccìa arricchite dalla crema e dal cioccolato, esposte nel Bar Melody

ALTRI RACCONTI LONTANI

La devozione a Santa Lucia valica i confini siciliani e la storia racconta di un culto arrivato molto lontano, fino al Veneto ed addirittura nel Nord Europa.

I bizantini trasportarono dalla Sicilia a Costantinopoli il corpo della Santa. Dopo una delle battaglie per la riconquista di Gerusalemme, i crociati lo portarono a Venezia. Fino al 1861 restò nella chiesa a lei dedicata in riva al Canal Grande, poi fu trasferita nella vicina chiesa di San Geremia, dove si trova tuttora.

foto della Chiesa di San Geremia a Venezia
particolare dell’altare di Santa Lucia, all’interno della chiesa di San Geremia

A Verona, che a suo tempo era possedimento della Repubblica Serenissima, un racconto accosta la Santa alla tradizione popolare: intorno al XIII secolo, era scoppiata tra i bimbi una terribile epidemia, una malattia agli occhi.

Il popolo allora chiese la grazia alla Santa, con un pellegrinaggio dei bambini a piedi scalzi e senza mantello. Il freddo non invogliava i bambini a partecipare al pellegrinaggio, allora i genitori promisero loro che, se avessero ubbidito, la Santa avrebbe portato loro dei doni. Il pellegrinaggio ci fu e poco dopo l’epidemia finì.

Da quel momento la notte del 12 dicembre i bambini lasciano cibo sul tavolo per S. Lucia ed il suo asinello, ed a lei indirizzano letterine in attesa di ricevere i suoi regali, mentre per il 13 dicembre si portano in chiesa i bambini per la benedizione degli occhi.

immagini storiche dell'”incontro” tra bimbi e Santa Lucia

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