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Sono al bar Melody, dal Maestro Vetro e proprio in vetrina rivedo pupi di zucchero, ossa di morto, taralli dolci e frutti di Martorana.
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È bello poter ascoltare una storia d’altri tempi dove i protagonisti sono i più piccoli, che assieme alle loro famiglie possono festeggiare una ricorrenza importante. Non si tratta del Natale o della Pasqua. Parlo della Festa dei defunti, che anche nei ricordi d’infanzia di uno scrittore come Camilleri, è un momento di gioia e di felicità.
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Non a caso, appaiono proprio in questi giorni i pupi di zucchero e la frutta di Martorana: sono testimonianza del sapore di festività solenni, fatte vivere con attesa e gioia dai bambini. Tipici di questa ricorrenza sono anche le cosiddette “ossa di morto” o carcagneddri: dolcetti formati da due parti una bianca e una color biscotto, di due consistenze diverse.
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Ora, purtroppo, questa giornata dedicata ai defunti non è più sentita come un tempo, ma nei ricordi dei genitori, o dei nonni, si. La festa, a quei tempi, era fatta sia di allegria che di rimembranza. L’allegria dei bambini che si aspettavano i doni da parte dei morti, non solo compianti e mancati all’amore dei propri cari, ma diventati i loro beniamini nella notte tra il primo ed il 2 novembre.
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Nell’innocenza dei bambini, diventati ora adulti, vi sono ricordi di nottate insonni e di ricerche di tesori inaspettati. I morti li portavano, nascondendoli per bene, quei giochi meravigliosi di legno, latta o quei dolciumi di zucchero che prendevano le più svariate sembianze: pupi a forma di soldatini, paladini siciliani o ballerine in punta di piedi.
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Con giovialità e devozione si tornava al camposanto, con il vestito nuovo della domenica, a ringraziare i propri cari, così tanto generosi e prodighi di doni nei confronti dei bambini della famiglia.
Un modo di ricordare e santificare una festa che dovrebbe tutt’oggi farci riavvicinare ai nostri cari. Anche se, in realtà, tutto l’anno è momento in cui pensarli e far riaffiorarne i momenti vissuti insieme al di là dei doni ricevuti.
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Qui, in Sicilia, ad Agrigento, non si festeggia Halloween, ma la ricorrenza dei morti, che è il momento di riunificazione con i propri cari defunti, sempre al nostro fianco, vivi nella memoria.